Contributi di: C. Balista; S. Bonomi; A. M. Brizzolara; S. Casini; P. Càssola Guida; A. C. Cattaneo; A. Ceresa Mori; M. Cipriani; A. D’Alessandro; N. De Gasperi; R. C. De Marinis; P. Frontini; G. Gambacurta; F. Marzatico; J. Ortalli; A. Ruta Serafini; G. Sassatelli; L.
Contenuto in: Studi Etruschi 60 - 1994
pp. 497-558, Figg. 24, Tavv. 9
A completamento del suo sesto «giro» il Notiziario torna a occuparsi dell’Italia settentrionale, collegandosi alla puntata dello stesso soggetto apparsa in St. Etr. LVI, 1991, pp. 375-464. L’arco di tempo cui si riferiscono le notizie sono gli anni 1990-1993, con qualche anticipazione relativa al 1994. Complessivamente la documentazione è piuttosto ridotta, poiché questa volta scarso o nullo è stato il contributo delle Soprintendenze, con la sola lodevole eccezione della Provincia Autonoma di Trento. Me ne rammarico, augurandomi che tale situazione dipenda da circostanze contingenti, e in primo luogo dal molto lavoro che grava sulle spalle degli archeologi operanti in quegli istituti. La conseguente disponibilità di spazio consente di pubblicare un addendum alla puntata sull’Italia meridionale apparsa nel precedente Notiziario, addendum concernente Eboli.
Tra le notizie pervenute occupano il primo posto quelle inerenti all’orizzonte etrusco, in tutto il suo arco cronologico, dalla fase di tardo VI sec., ora attestata con ricchezza di dati anche al Forcello, dove sono state scavate due case dell’epoca, e ad Adria (scavo della necropoli, di cui comunque si vorrebbe sapere di più), alla fase di pieno V cui si riferiscono una casa di Marzabotto ospitante attività artigianali, alcuni insediamenti rurali presso Casalecchio e la stipe votiva di Monte Bibele (sito che nella successiva fase di IV-III sec. appare sempre meglio come un condominio etrusco-gallico). La fase gallica è illustrata anche a Casalecchio dalla scoperta di un sepolcreto assai antico e di strutture cultuali. Fuori dell’Etruria padana notevoli le tombe a tumulo di Este, databili all’Vili e VII sec.; il grande aggere difensivo del castelliere di Gradisca, di cui è stata accertata la datazione iniziale al X-IX sec. a.C.; i resti di insediamenti retici a Fai della Paganella, Nomi, Pergine e Sanzeno; le testimonianze golasecchiane di Garlasco e di Milano, queste ultime confermanti l’antichità e l’estensione di quello che fu il capoluogo degli Insubri. […]