Contributi di: E. Anati; A. Bertone; A. M. Brizzolara; C. Balista; S. Basoni; M. A. Binaghi Leva; G. Bermond Montanari; A. Cardarelli; P. Campagnoli; R. Curina; M. Catarsi Dall’Aglio; P. L. Dall’Aglio; L. Fozzati; F. M. Gambari; G. Gambacurta; M. Gamba; D. Labate; G. Le
Contenuto in: Studi Etruschi 57 - 1989-1990
pp. 375-464, Figg. 35, Tavv. 20
Giunto al termine del suo quinto ‘giro’ delle regioni italiane, il Notiziario torna ad occuparsi dell’Italia settentrionale, trattata da ultimo nel volume LUI, 1985 (1987). L’arco di tempo preso in considerazione va dal 1985 al 1989, le uniche assenze riguardano il Friuli-Venezia Giulia e le province autonome di Bolzano e di Aosta.
Pur non mancando notizie riguardanti l’età del bronzo (come il sepolcreto di Gravellona Lomellina, l’insediamento di altura di Calestano e le tracce di attività metallurgica presso il Passo del Redebus) ed epoche anche più antiche (le statue-menhir di Ossimo), la gran maggioranza verte, come di norma, sull’età del ferro e sull’età storica preromana. Per l’ambito etrusco-padano è data esauriente notizia della ripresa degli scavi di Marzabotto da parte sia dell’Università di Bologna che della Soprintendenza; si segnalano inoltre i nuovi dati sugli insediamenti rurali etruschi del Modenese, sull’importante centro di San Basilio nel Polesine, la cui fisionomia richiama fortemente quella di Spina, evocata contemporaneamente, sul piano degli usi funerari, dalle recentissime scoperte alle Baione presso Rovigo. Bologna è presente con tombe e stratigrafie villanoviane e, inoltre, con le tre belle stele tipo Certosa dallo Stadio Comunale, che gli scopritori, C. Morigi Govi e D. Vitali, hanno voluto offrire in ‘anteprima’ al Notiziario. Per l’area paleoveneta si segnalano le nuove tombe a circolo e più tardi a tumulo di Este-Casa di Ricovero, le ricerche nell’area urbana di Padova e la ripresa assai promettente dello scavo della necropoli del Piovego. Il mondo retico è illustrato, nei suoi aspetti più evoluti, dalle strutture abitative di Sanzeno, Nomi, Fai della Paganella, nonché dallo scavo dell’abitato di Parre in Val Seriana, che la tradizione antica poneva in relazione con Bergamo. Città che, come Brescia, appare sempre più legata alle sue origini con la cultura di Golasecca, cui si riportano le scoperte di nuove tombe della necropoli eponima, di Castelletto Ticino (con carri e ceramiche importate) e di S. Bernardino di Briona, mentre l’iscrizione lapidaria di Cureggio è uno splendido documento della fase gallica della Transpadana. Il poco noto orizzonte ‘ligure’ del Piemonte meridionale riceve luce dalla esplorazione sistematica di Villa del Foro e dalle scoperte di siti inediti come Costigliele d’Asti e Cascina Parisio. Infine Genova e il castellare di Avegno confermano l’apertura della paralia ligure ai contatti con il commercio etrusco. […]