Rivista di epigrafia etrusca

A cura di Luciano Agostiniani;Gianni Giovanna Bagnasco;Enrico Benelli;Paolo Binaco;Dominique Briquel;Giovanni Colonna;Marta De Pari;Giulio M. Facchetti;Andrea Gaucci;Luciano Giannoni;Adriano Maggiani;Alessandro Morandi;Flavia Morandini;Francesco Pacelli;Giulio Paolucci;Carmine Pellegrino;Maria Angela Turchetti;Gilles Van Heems;Andrea Zifferero

pp. 309-427 e 22 tavole

DOI: 10.26406/STETR81-16


Abstract

Questo numero della Rivista di Epigrafia Etrusca contiene quasi un centinaio di documenti (novantaquattro), la maggior parte dei quali (cinquantasette) inediti. Si tratta, riteniamo, di un ottimo risultato, del quale vogliamo ringraziare i nostri molti collaboratori.
Tra queste nuove testimonianze, costituite in prevalenza, ma non solo, da testi funerari, si segnala per il suo interesse nella storia della scrittura etrusca, la sequenza di sillabario parziale incisa sull’ansa di un kantharos di bucchero restituito dalla necropoli di Tolle (Chianciano-Chiusi), quello che negli ultimi anni è stato tra i più generosi giacimenti di dati, anche epigrafici, dell’Etruria intera (5). Notevole è anche il nuovo testo rinvenuto a Roselle, città già presente nel numero precedente della Rivista con la sua seconda attestazione del teonimo Artumes. Questa volta si tratta di una bella iscrizione di possesso di pieno V secolo a.C., rinvenuta sulla collina dove sorge l’anfiteatro romano (16).
Molto singolare è l’iscrizione chiusina solcata a crudo sull’intonaco di una camera della tomba del Leone, nel quale è menzionato, a grandi caratteri, il nome del dio infero Aita; se la lettura e l’interpretazione che gli editori ne danno sono corrette, si tratta di un documento eccezionale, che non ha riscontro altrove (3). Si segnala inoltre il gruppo di ben sette urne iscritte di una tomba di Montalcino, alcune di difficilissima lettura, databili tra la fine del IV e i primi del II secolo a.C. (7-14) e le sette dalla Corsica, dalla necropoli di Aleria (50-56).
Tra i documenti di carattere non funerario, la REE presenta undici frammenti con graffiti dall’insediamento ellenistico di Castiglione in Teverina (21-31) e ben quindici dall’abitato di Pontecagnano (34-48).
Ma non senza interesse sono anche gli altri testi da S. Romolo nell’Agro Fiesolano (1), da Perugia (2), da Populonia (15), da Orvieto (18-20), da S. Giuliano (32), da Cerveteri (33), che conservano non solo materiale onomastico, ma anche alcune parole del lessico.
Anche tra i documenti già editi vi sono cose interessanti, a partire dalla rilettura di un testo da Spina, che cancella dal dossier un presunto documento di onomastica celtica (58). Ancora da Spina viene la segnalazione di un possibile graffito in greco (59). Si aggiunge il riesame di due noti testi estremamente problematici, il cippo da Monteriggioni, edito molti anni fa dal giovane Ranuccio Bianchi Bandinelli (63) e l’altarino in pietra da Bolsena (61), dei quali si propongono nuove interpretazioni.
La Rivista si conclude con la Parte III, quest’anno particolarmente nutrita e prevalentemente dedicata a iscrizioni provenienti da Chiusi, su urne cinerarie che facevano parte della collezione dell’artista Ludovico Pogliaghi conservata al Sacro Monte di Varese (72-79) e della più nota collezione Ancona di Milano (80-91).

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