Rivista di epigrafia etrusca

A cura di Luciano Agostiniani;Giovanni Colonna;Adriano Maggiani

Contributi di: D. Briquel; L. Kruta Poppi; E. Govi; G. Paolucci; M. Scarpignato; G. Baldini; V. Mascelli; G. Pesenti; A. Zifferero; M. Milletti; E. Benelli; S. Stopponi; P. Binaco; L. Ambrosini; M. Osanna; C. Pellegrino; A. Morandi; A. Maggiani; T. Huntsman; R. Wallace; L. Haumesser; L. P. Fedeli; F. Poli; R. Hirata;

Contenuto in: Studi Etruschi 80 - 2017

pp. 229-311

DOI: 10.26406/StEtr80-015


Abstract

Più snello che nelle puntate precedenti, questo numero della REE offre però numerose importanti novità.
Si segnalano, tra le inedite, due dediche a divinità, quella a Vei da Marzabotto (2 - E. Govi), rinvenuta nell’area del tempio B, significativamente associata a Uni, cui compete l’edificio di culto, e quella a Artumes (tra l’altro evocata in una forma connotata da accentuata ‘armonia vocalica’ Artamas), recuperata nell’area della collina sud di Roselle (13 - A. Zifferero, M. Milletti), dove era già stata raccolta una dedica alla dea (nella forma sincopata Artms), confermando la titolarità del santuario a questa divinità femminile. Ed è certamente un epiteto divino anche il nome Apa (“padre”) graffito su un vaso rinvenuto nel santuario extraurbano di Fondo Iozzino a Pompei (23 - M. Osanna), santuario del quale è possibile fornire qui finalmente una prima sostanziosa esemplificazione del ricchissimo complesso di iscrizioni etrusche da esso restituito. Dal santuario di Campo della Fiera a Orvieto continuano fortunatamente a emergere testi interessanti: qui si pubblica un fondo di vaso tardo-arcaico che reca un alfabetario estremamente sintetico (14 - S. Stopponi), essendo limitato alla lettera iniziale e a quella finale della serie, af, in una versione finora non attestata, confermando nel contempo la frequenza di siffatti documenti in contesti di alta sacralità.
Tra le epigrafi funerarie spicca l’importante complesso restituito dalla tomba recentemente scoperta a Città della Pieve (6-8 M. Scarpignato), che consente di riconoscere il momento formativo della nota gens chiusina dei Pulfna Peris.
La documentazione annovera anche iscrizioni da Volterra, da Populonia, da Vetulonia, da Chiusi, da Orvieto, da Cerveteri.
Molte sono le correzioni a testi già editi, che talora comportano significative divergenze rispetto alle lezioni vulgate e spesso consentono di recuperare attraverso intricati percorsi collezionistici le provenienze di monumenti iscritti privi finora di dati anagrafici soddisfacenti.

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