Rivista di epigrafia etrusca (REE)

Contributi di: Albore Livadie, C.; Bagnasco Gianni, Giovanna; Camporeale, Giovannangelo; Cimino, Lea; Colonna, Giovanni; Cristofani, Mauro; Emiliozzi, A.; Martelli, Marina; Pandolfini M.; Tamburini, P.; Vitali, D.

Contenuto in: Studi Etruschi 53 - 1985

pp. 195-239, Tavv. 16


Abstract

Una cinquantina di testi nuovi o riconsiderati: questo il panorama della Rivista di Epigrafia Etrusca che si presenta, curata, come di consueto, nell’ambito delle attività del Centro di studio per l’archeologia etrusco-italica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Anche questa puntata si segnala per la varietà dei testi: altre anfore vinarie arcaiche da Vulci (nn. 5-6), pochi frustuli provenienti dall’area urbana di Tarquinia (scavi presso la Civita), un’iscrizione da Stabia che permette di recuperare, come provenienza, due testi pubblicati sotto la voce originis incertae nella Rivista del 1979 [nn. 30-32), un interessante nuovo testo con il nome di vaso zavena, fornito di ottime illustrazioni generosamente messe a disposizione da Giovanni Scichilone [n. 23). Fra le revisioni l’importante alfabetario arcaico iscritto sulle pareti di una tomba dal territorio di Heba (n. 32), pendant unico all’esempio di Monteriggioni, scoperto alla fine del XVII secolo e irrimediabilmente perduto, e l’iscrizione arcaica ceretana di kalatur φapenaś, finalmente ritrovata (n. 45). […]

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