Mauro Cristofani
Contenuto in: Atti Secondo congresso internazionale - Tomo II - 1985
pp. 597-612; tavv. I-VIII
Quando, pubblicai i saggi apparsi come "L ’arte degli Etruschi", tendevo, fin dal titolo, a prendere le distanze da un concetto come quello di « arte etrusca » intesa come fenomeno dai caratteri permanenti, individuabili in una loro specificità figurativa. In effetti quella scelta significava che gli oggetti figurati si disponevano in serie sincroniche, alcune volte collegate diacronicamente, ma che con difficoltà essi potevano riportarsi a uno sviluppo coerente, tale da essere etichettato con una definizione onnicomprensiva. Gli Etruschi nel loro strutturarsi secondo aggregazioni sociali erano i protagonisti, divenendo così, in qualità di committenti, i diretti responsabili dei fenomeni figurativi: l’accento veniva in tal modo a cadere sul valore d’uso degli oggetti figurati piuttosto che sulla loro specificità espressiva e, conseguentemente, al concetto di «creatività» si sostituiva quello di «produzione». ...