Elena Ducci
Contenuto in: Studi Etruschi 55 - 1987-1988
pp. 131-152, Tavv. 4
Le terrecotte architettoniche rinvenute nel 1918 alla Catona, in un’area di circa 200 mq posta immediatamente a nord delle mura medicee di Arezzo, non sono mai state oggetto di una pubblicazione globale. Lo studio più esaustivo rimane tuttora quello pubblicato dallo scopritore. Come è noto L. Pernier, che condusse l’indagine archeologica al preciso scopo di rinvenire un tratto delle mura laterizie di Arezzo, si imbatté in una realtà più complessa: una vasta zona ricchissima di mattoni sgretolati e amalgamati all’humus, e una notevole quantità di terrecotte architettoniche.
Isolata una zona di mattoni più compatti e omogenei in cui si vide un tratto delle mura urbane, le terrecotte furono interpretate come l’esito di uno scarico proveniente da edifici diversi per dimensioni e cronologia siti entro la cinta laterizia.
La circostanza che aveva portato ad una tale distruzione poteva precisarsi tenendo conto di un dato cronologico preciso: la totale assenza di ceramica aretina. Pernier individua così nella devastazione sillana dell’81 a.C. il drammatico evento che causò lo scarico del materiale edile danneggiato in questo sito, ad ovest del cardo maximus, accanto alla porta nord della città. […]