La sconosciuta importazione etrusca in Cujavia (Polonia Centrale) e la questione della presenza degli Etruschi sul Baltico

Jerzy Fogel;Tadeusz Makiewicz

pp. 123-130, Figg. 2


Abstract

Da oltre mezzo secolo nell’archivio del Museo Archeologico di Poznan riposa la documentazione di un ritrovamento insolito se si tiene conto della primordiale struttura culturale delle terre polacche. Si tratta – cosa dimostrata soltanto dalla presente pubblicazione – di un vaso etrusco in argilla, di un «bucchero nero» del tipo a cantaro, ritrovato a Koscielec, comune di Pakosc, voivodato di Bydgoszcz. Finora la letteratura in oggetto passava sotto assoluto silenzio la sua esistenza prima di tutto, probabilmente, a causa delle difficoltà di classificazione incontrate dagli studiosi alla presenza di una forma e di una tecnologia ceramica in realtà sconosciute a nord delle Alpi, a prescindere dall’eccezione di Lauriacum-Lorch (Linz) tipologicamente non adeguata (Ruprechtsberger 1982).
I documenti stesi nel 1922 e conservatisi negli archivi sono: un disegno a penna del Kantharos; la corrispondenza fra il dott. Zygmunt Zakrzewski, Conservatore Statale dei Monumenti Preistorici a Poznan, e il conte Adolf Poniriski, proprietario del villaggio di koscielec; uno schizzo della localizzazione e del luogo dove il cantaro era ritrovato. Informazioni posteriori su questa scoperta, secondarie nondimeno nei confronti di quelle soprariportate, sono contenute nell’archivio privato del prof. Józef Kostrzewski.
In seguito a minuziose e laboriose indagini si è riusciti a stabilire le circostanze del ritrovamento del cantaro e, di conseguenza, a confermare che si tratta realmente di un ritrovamento locale, cosa di cui non si dubitava, anche non ufficialmente, nel passato. […]

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