Giovanni Colonna
Contenuto in: Studi Etruschi 79 - 2016
pp. 3-5
DOI: 10.26406/0391-7762/stetr79-2016-2
In un convegno dedicato a Frattesina, in cui si è fatto il punto sulle conoscenze di questo insediamento – che è merito grande di Anna Maria Sestieri avere indagato con tanto impegno e perseveranza –, non può mancare un accenno alla dibattuta questione delle origini etrusche.
Per me che vi parlo è l’occasione di ritornare su un argomento già trattato molti anni fa, nel simposio internazionale su “Les origines de la civilisation mycénienne et ses relations avec le monde méditerranéen”, tenuto presso la Biblioteca Nazionale di Ankara nell’autunno del 1987, per iniziativa del micenologo turco S. Sinanog˘ lu: simposio di cui purtroppo non sono stati pubblicati gli Atti, lasciando inedite le registrazioni dei contributi fatte revisionare dagli autori. Ne ho quindi riparlato brevemente nel convegno di Taranto del 1993, intervenendo sulla relazione svolta da Carlo De Simone sulle iscrizioni di Lemno. In entrambe le occasioni ho cercato di introdurre il ‘caso Frattesina’ nel dibattito sulle origini etrusche, ma con scarso successo, come prova la corposa monografia sull’argomento curata nel 2012 da Vincenzo Bellelli, accogliente ben diciotto contributi, scritti da linguisti, storici, archeologi e antropologi. A Frattesina, se si prescinde da quello della Sestieri, si è fatto appena qualche cenno, del tutto inadeguato al peso reale che ad essa compete nella questione delle origini.
Quanto abbiamo ascoltato oggi conferma ancora una volta l’eccezionale congiuntura vissuta da Frattesina nel XII e XI secolo a.C. nell’ambito delle attività produttive e degli scambi, con l’arrivo dalla Toscana e dalle zone alpine dei minerali di rame, stagno e oro, dal Mediterraneo orientale dell’avorio, delle uova di struzzo e delle tecnologie per ottenere il vetro. [...]