Giulio Ciampoltrini
Contenuto in: Studi Etruschi 59 - 1993
pp. 59-85, Figg. 9, Tavv. 4
Quando, sul finire dell’agosto 1892, gli sterratori che aprivano un nuovo corso al Rio Ralletta, per prosciugare l’alveo palustre dell’antico lago di Sesto (o Bientina), portarono alla luce, tumultuosamente, una tomba che impiegava come cinerario un cratere attico a figure rosse, e conteneva un completo di oreficerie, Gherardo Ghirardini poteva concludere un’impeccabile edizione dei materiali delineando la consistenza dell’insediamento etrusco nel territorio che sarebbe poi stato di Luca; le ricerche su Pisa antica del Pais, e i recenti ritrovamenti […]