Appunti su un corredo vulcente

Armando Cherici

Contenuto in: Studi Etruschi 59 - 1993

pp. 39-45, Fig. 1, Tav. 1


Abstract

Sul finire del 1835 l’antiquario Domenico Campanari, prendendo spunto dalla pubblicazione, nei Monumenti dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica, di una parure aurea da lui stesso venduta – e rinvenuta tre anni prima nei suoi scavi vulcenti – invia al segretario dell’Instituto, Brunn, una nota per ‘ragguagliarlo’ «del luogo e del come furono allora ritrovati sì preziosi oggetti, siccome quelli che erano dentro a un intatto sepolcro». […]

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