Contributi di: Benelli, E.; Bonamici, Marisa; Buranelli, Francesco; Camporeale, Giovannangelo; Cenciaioli, Luana; Cherici, Armando; Colonna, Giovanni; Cristofani, Mauro; Cygielman, M.; De Simone, Carlo; Fortini, P.; Martelli, Marina; Robertson, M. L.; Tamburini, P.
pp. 273-353, Tavv. 14
Anche questa puntata della Rivista presenta diversi motivi di interesse.
Si veda, anzitutto, la dedica votiva forse volsiniese su bronzetto figurato (n. 127), già resa nota da C. de Simone al Secondo Congresso Internazionale Etrusco, sulla quale egli stesso ritorna modificando in modo convincente la lettura di un lessema: apana è inequivocabilmente aggettivo formato su apa, «padre», e ciò può comportare un significato connesso con la sfera del dono per il noto tu𝜗ina, recentemente inserito nella terminologia politico-territoriale.
Di rilievo è altresì la presenza del verbo denominativo marunu (da maru) in un titolo di Caere, città solitamente avara di termini magistratuali (n. 95).
Per quanto concerne i testi arcaici si segnala un’iscrizione di possesso ceretana (n. 91) con il nuovo lessema aliχa, designante l’oggetto su cui è apposta (un piatto ‘ad aironi’), mentre un frustulo è interessante solo per la sua provenienza: Pisa (n. 1).
Completano la puntata, fra l’altro, un grosso lotto di graffiti scoperti nel materiale ceramico di Cetamura in Chianti (nn. 4-76), nuove iscrizioni su urne perugine (nn. 78-82) e una proposta di rilettura di un titolo dipinto della Tomba Frangois (n. 111). […]